venerdì, ottobre 01, 2010

Nuovi strumenti per la pianificazione urbanistica per le città del XXI secolo

di Antonio Caperna

Il passaggio dalla società industriale a una società della conoscenza pone numerose sfide per i progettisti. C’è ancora una grande difficoltà nello sviluppo di teorie, metodi e modelli adeguati alla pianificazione della città del XXI secolo. Se da un lato l’introduzione dei computer in pianificazione nel 1960 faceva parte di un passaggio fondamentale che consente la raccolta, la conservazione e l’analisi di una miriade di dati, dall’altro lato la diffusione delle tecnologie dell’informazione, e la sempre crescente complessità sociale, mettono ben in evidenza che i pianificatori utilizzano un approccio metodologico vecchio in quanto trovano difficoltà a definire nuovi metodi e modelli nel campo della pianificazione urbanistica.


Castells evidenzia chiaramente i limiti della attuale struttura teorica, dove una miriade di trasformazioni sociali e territoriali ha reso assolutamente inadeguato il contributo dei decision makers e dei progettisti. Questi ultimi, in particolare, evidenziano uno spaventoso ritardo culturale che si palesa nella assoluta incapacità di gestire processi complessi resi ancora più insidiosi per effetto della velocità con cui le trasformazioni avvengono
Siamo convinti che sia giunto il tempo di proporre, visti i reali limiti metodologici nei sistemi di pianificazione attuali, un nuovo approccio teorico che abbandoni il modello derivato dalla morente cultura meccanico-razionalista. Un modello che affondi le radici metodologiche nella scienza della complessità e che, combinato con una coordinata azione politico-amministrativa sappia includere i nuovi strumenti digitali disponibili tanto per i processi di analisi e gestione che per i processi di progettazione bottom-up (webGIS, 3D GIS, WIKIs, reti sociali quali facebook, twitter, YouTube, flickr, etc.). In tale quadro è necessaria una mirata azione politica che, come detto, provveda ad innovare l’architettura amministrativa. Ciò è necessario per poter affrontare e gestire queste profonde trasformazioni socio-culturali, economiche e culturali.

In sintesi, si dovrà procedere a definire un:
(a) nuovo modello culturale
(b) piano di azione politica
(c) integrazione della ICT nelle politiche glocali

Il nuovo modello culturale si riallaccia agli sviluppi più eclatanti della ricerca scientifica dell’ultimo decennio (frattali, teoria della complessità, biologia evolutiva, intelligenza artificiale). Tale struttura teorica ci permette di comprendere sia come gli esseri umani interagiscono con il loro ambiente sia, più in generale, quali sono le regole generali che sottendono sia gli organismi viventi che programmi per computer o strutture urbane.

Partendo da questa visione, ed utilizzando gli strumenti scientifici sopra citati, c’è l’opportunità di mettere a punto nuovi sistemi di pianificazione in grado di combinare la procedura di progettazione e design con i potenti strumenti digitali oggi disponibili.

Il piano di azione politica dovrà procedere a definire un modello partecipativo e che integri i territori nel glo-cale. La nuova architettura amministrativa dovrà fornire contributi sia a livello di back-office che di front office. Nel caso di back-office, questo significa una maggiore efficienza nella gestione del territorio, una burocrazia più agile ed una diversa architettura amministrativa che sia coerente con gli obiettivi e le procedure da attuare. A livello di front-office, si dovrà procedere a definire nuovi servizi on-line orientati al cittadino ed alle forze economiche, e-democracy, trasparenza e processi progettuali partecipativi.

Infine, l’Integrazione dell’Information Communication Technology (ICT) per le politiche di sostenibilità glocale. L’aspetto pratico riguarderà invece la realizzazione di una innovativa struttura digitale in grado di sostenere e rafforzare i processi democratici, favorire la partecipazione dei cittadini, offrire nuovi servizi telematici e realizzare l’integrazione dei sistemi locali con i sistemi globali.

La realizzazione della suddetta struttura digitale dovrà garantire un accesso facilitato a tutti alla cittadinanza digitale e alla società dell’informazione con la messa a disposizione di strumenti per la partecipazione e la trasparenza amministrativa.
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Arch. Antonio Caperna, PhD | International Society of Biourbanism (http://www.biourbanism.org/ )

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