Convegno: Per una città vivibile: Le reti urbane e biofiliache
Roma, 28 giugno 2010
Il 28 Giugno 2010, presso la sede di Simmetria a Via Grazioli Lante, il gruppo Salingaros e Simmetria hanno promosso un incontro specialistico che, al di la dei progetti fantascentifici e delle proposte invasive di una Roma esibizionista e spendacciona, ha cercato di proporre idee e soluzioni urbanistiche innovative nella loro “antichità”. Una idea urbanistica deve essere innanzitutto un’idea comprensibile a TUTTI e da tutti fruibile con gioia e serenità; quindi, tralasciando le elucubrazioni di un architettura autoreferente, I relatori hanno spiegato come si possano fare case che assomiglino ancora a case (e non a mostri di cemento e plastica), strade che assomiglino a strade (e non a bolge infernali), comunicazioni urbane che assomiglino a comunicazioni urbane (e non a meeting tra epilettici) e perfino chiese che assomiglino a chiese e non a supermercati.
E’ stato inoltre illustrato come ciò che è Tradizionale non è affatto vecchio. E che se determinati modi di costruire e comunicare si sono perpetuati per secoli ciò avrà avuto una solida ragione radicata nella struttura stessa dell’uomo, dei suoi ideali, del suo vivere socialmente. Aver stravolto i principi su cui si basava il “dimorare” dell’uomo ha portato alla società paranoica nella quale viviamo. La sacralità della città non è soltanto un fatto di aggregazione ma è un principio non laico che perciò merita il rispetto riservato alle cose sacre. Ma su strutture preesistenti l’azione dell’urbanista, dell’architetto o dell’ingegnere possono essere assai limitate. Possono avere una funzione demolitiva-ricostruttiva, conservativa o infine introdurre modifiche strategiche che abbiano un’applicabilità immediata.
E’ stato inoltre illustrato come ciò che è Tradizionale non è affatto vecchio. E che se determinati modi di costruire e comunicare si sono perpetuati per secoli ciò avrà avuto una solida ragione radicata nella struttura stessa dell’uomo, dei suoi ideali, del suo vivere socialmente. Aver stravolto i principi su cui si basava il “dimorare” dell’uomo ha portato alla società paranoica nella quale viviamo. La sacralità della città non è soltanto un fatto di aggregazione ma è un principio non laico che perciò merita il rispetto riservato alle cose sacre. Ma su strutture preesistenti l’azione dell’urbanista, dell’architetto o dell’ingegnere possono essere assai limitate. Possono avere una funzione demolitiva-ricostruttiva, conservativa o infine introdurre modifiche strategiche che abbiano un’applicabilità immediata.
A questo primo incontro hanno partecipato: Claudio Lanzi (ingegnere): Reti a celle poligonali e ottimizzazione delle priorità nelle azioni | Antonio Caperna (architetto): Wholeness e Unfolding come processo di rigenerazione organica | Alessia Cerqua (architetto): Connettività ambientale e reti ecologiche in ambito urbano | Stefano Serafini (filosofo)): Neurofisiologia delle reti | Giuseppe Nenna (esperto)): Expetence pattern per reti umane ottimali | Alessandro Pierattini (architetto): Il progetto urbano: reinterpretare i caratteri della città spontanea alla luce della coscienza critica | Ettore Mazzola (architetto): Progettare a scala umana e biofilica: Il progetto Nuovo Corviale.
Saranno disponibili a breve gli atti del convegno.
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